Ho trascorso le ultime ore del 2020 infilando petali di cereali al cacao in piccoli coni che avevo plasmato a partire da una massa di biscotti e burro. Le avevo create senza particolari prospettive, solo per misurarmi in quell’esercizio manuale che, miracolosamente, riesce sempre a darmi ossigeno nei periodi di difficoltà emotiva.
“Da ragazzina quando ti mettevi a fare nuove torte era chiaro che c’era qualcosa che non andava”, dicono ancora a casa mia.
Felice di sapere che, all’epoca, queste occasioni non passassero inosservate, ma ora l’esigenza di sperimentare qualcosa di nuovo è praticamente bisogno quotidiano. Come la mettiamo? C’è ancora qualcuno disposto a decifrare cosa mi passa per la testa?
Forse no, forse oggi ciascuno di preoccupazioni ne ha fin troppe per aver tempo di curarsi di quelle altrui.
Quello che quindi racconto a me stessa è che vivo, come molti altri esseri umani, in consapevole balia di saliscendi emotivi causati da una nuova normalità che è facile adottare.
Ho la sensazione che questa guerra non sia cominciata a Marzo 2020, ma solo qualche settimana fa.
Raccolgo faticosamente cocci di ricordi di libertà che sembrano sempre più lontani nel tempo e li saldo fra loro con gocce d’acqua che troppo spesso scendono dagli occhi, ricordando quello che fanno i giapponesi praticando il kintsugi, quell’arte che consiste nell’utilizzare metalli preziosi come l’oro per ricongiungere frammenti di ceramiche andate in pezzi. Ciò che ottengono, dopo aver cicatrizzato con maestria autentiche ferite, sono manufatti che evocano una perfezione unica nella forma e nel contenuto, singolarmente significativi e al tempo stesso preziosi. Gli oggetti, a quel punto, non sono più vecchi e malandati ricordi da buttare, ma raffinate testimonianze di come da una danno, da una crepa, da un imprevisto, possa nascere una forma di perfezione che è unica e capace di raccontare una, e solo una, precisa storia di metamorfosi e sopravvivenza.
La storia suggerisce che, a margine di questa pratica, sia facile ricavare degli insegnamenti preziosi: come imparare ad essere resilienti, per esempio, ossia come imparare a modificare se stessi e riorganizzarsi assumendo un atteggiamento positivo a fronte di traumi e difficoltà che ci affliggono.
Venendo al sodo: come sto plasmando me stessa per sopportare questa sconfortante prospettiva di vita che ci è stata delineata per i mesi a venire? Sebbene lo voglia tanto, vedo che il risultato dei miei collage non sembra essere così consolatorio e glorioso al pari dei manufatti giapponesi, anzi, sintetizza ancora di più l’abisso che esiste tra ciò che è stato e ciò che, seppur trattato con le più minuziose attenzioni, potrebbe essere.
Guardo il vassoio di peltro appoggiato al tavolo del salotto e mi meraviglio nel ricordare quante volte lo abbia visto inarcarsi sotto il carico di pesi che la sua natura non gli permette a lungo di sopportare. Non si è mai rotto, ma sulla sua superficie densa e opaca posso scorgere le tracce di quei tentativi di cedimento che io stessa, e a volte qualcun altro, ha procurato, e penso a quante volte nella vita io mi sia sentita così: una persona strutturata, piuttosto salda, elastica ma in definitiva mai pronta a sostenere carichi da 90.
Quanta energia riesco ad assorbire e cosa sono disposta a fare per non spezzarmi? é uno degli interrogativi che da giorni mi pongo e mi ripongo dopo aver scartato ipotesi di gratificazione immediata di cui non vado molto fiera. Per combattere la brutta bestia della solitudine, per esempio, sono passata per indigestioni di social media a grandi scorpacciate di serie tv, e in ultimo, mi sono ritrovata a pensare come aggirare le regole imposte per poter godere della compagnia altrui.
Dopo pochi minuti mi sono vergognata di me stessa e ho quindi mollato la presa. Ho riposto le scarpe nella scarpiera e mi sono chiusa in cucina. Non ho ceduto e continuo a non soprassedere alle regole per timore, per rispetto, per dovere morale e forse per molte altre ragioni sepolte nell’inconscio, ma la tentazione spesso si fa sentire. Mi accontenterei solo di sapere: cosa e quanto mi costerà questo reprimere?
Per l’ennesima domanda, l’ennesimo non so, però, ecco, quello che so è che non voglio vivere di un isolamento improduttivo, ma continuare a percepire il desiderio di essere parte di un mondo in cui ha significato quello che dico e quello che faccio, in cui la mia presenza può aggiungere qualcosa che sia anche solo interesse, stimolo, divertimento, curiosità, riflessione.
Insomma, sono partita da tre pigne e sono finita a parlare degli effetti della reclusione solo per dire questo: spero che il risultato di alcune ore di sana creatività praticata – purtroppo – in solitudine, possa non solo essere fonte di meraviglia per chi mi legge, ma anche stimolo a realizzare qualcosa di bello e gratificante, che renda orgogliosi di se stessi e fiduciosi nelle proprie capacità, nonostante tutto, nonostante i tempi.
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LA RICETTA DELLA LAYER CAKE AL CIOCCOLATO
CON PIGNE DI CEREALI AL CACAO
So che questa torta può spaventare, ma organizzando il lavoro risulterà molto più gestibile del previsto.
La Layer cake al cioccolato con pigne di cereali al cacao prevede questi passaggi:
- REALIZZAZIONE DELLE BASI DI TORTA AL CACAO
- PREPARAZIONE DELLE PIGNE CON CEREALI AL CACAO
- PREPARAZIONE DEL FROSTING
- REALIZZAZIONE DELLA CORTECCIA DI CIOCCOLATO
- ASSEMBLAGGIO DELLE VARIE COMPONENTI
Nessuna ansia: ogni passaggio può essere realizzato con anticipo!
Per esempio:
- Le PIGNE CON CEREALI AL CIOCCOLATO possono essere realizzate in qualsiasi momento e conservate in frigorifero per alcuni giorni o addirittura congelate;
- Le BASI DELLA TORTA AL CACAO possono essere realizzate in qualsiasi momento e conservate in frigorifero per alcuni giorni o anche congelate (io ho conservato le mie in frigorifero avvolte da pellicola per 2 giorni prima di completare la torta);
- La CORTECCIA DI CIOCCOLATO può essere preparata in qualsiasi momento. Si ripone in congelatore (in questo caso meglio avvolgere il rotolo con pellicola) e si lascia alcuni minuti a temperatura ambiente prima di ricavarla srotolando il pacchetto;
- Il FROSTING AL CIOCCOLATO è preferibile utilizzarlo subito una volta pronto ma, se si desidera conservarlo in frigorifero, è possibile farlo riportandolo poi a temperatura ambiente prima di utilizzarlo (vedi sotto note sul frosting).
Insomma, le componenti di questa torta possono essere prodotte con calma in anticipo e conservate e infine assemblate all’occorrenza. Io suggerisco di assemblarla la mattina e servirla la sera conservandola (nella stagione invernale) a temperatura ambiente.
Note sulla farina
Il segreto per evitare che le basi di torta escano con una cupola particolarmente sviluppata è quello di evitare di lavorare troppo l’impasto ed utilizzare una farina con scarso contenuto proteico.
Per questa ragione ho utilizzato la farina tipo 0 della LINEA 100% GRANO ITALIANO di GRANDI MOLINI ITALIANI, una farina che uso spesso per preparare questa tipologia di impasti e biscotti. Oltre ad essere adatta allo scopo (avendo una W pari a 200) è anche sana perché ricavata da grano italiano decorticato a pietra, un processo che consente di mantenere inalterati valori nutrizionali e proprietà organolettiche proprie del grano.
Note sul frosting al cioccolato
Questo frosting si conserva in frigorifero senza problemi. Una volta freddo, per via della presenza del burro, sarà necessario riportarlo a temperatura ambiente per utilizzarlo. Per farlo suggerisco di procedere così: mettere il frosting in un recipiente adatto al microonde e lasciarlo per pochissimi secondi (se necessario anche per più di un ciclo) attivando la modalità defrost.
Mescolare con una spatola tra un ciclo e l’altro e, quando il frosting risulterà lavorabile, utilizzarlo.
PER LA LAYER CAKE AL CIOCCOLATO
Ingredienti secchi
250 g farina tipo 0 LINEA 100% GRANO ITALIANO di GRANDI MOLINI ITALIANI
55 g cacao in polvere
5 g bicarbonato di sodio
5 g lievito per dolci
50 g zucchero semolato
110 g zucchero di canna chiaro
4 g sale in fiocchi
Ingredienti liquidi
2 uova grandi
120 ml di olio semi girasole
5 ml di estratto di vaniglia puro
180 ml yogurt greco o panna acida a temp. ambiente
190 ml caffè espresso o moka caldo
50 ml latte a temperat. ambiente
Prepara le teglie
Imburra e rivesti con carta forno 2 teglie (non svasate) diametro 20 cm circa.
Porta il forno a 175°C.
Prepara gli ingredienti secchi
In una ciotola capiente setaccia farina, cacao e bicarbonato.
Aggiungi gli zuccheri e il sale mescola.
Prepara gli ingredienti liquidi
In un’altra ciotola rompi le uova, aggiungi lo yogurt, l’olio, la vaniglia e mescola bene (volendo usa uno sbattitore ma può bastare anche una frusta a mano).
Prepara il caffellatte
Prepara il caffè, poi aggiungici il latte e tieni da parte.
Miscela i composti
Versa nelle polveri gli ingredienti liquidi e mescola con una spatola. Il composto risulterà piuttosto denso e asciutto.
Pian piano incorpora anche il caffellatte caldo, assicurandoti di rendere fluido il tutto e privo di grumi (puoi usare una spatola ed una frusta in silicone). Non lavorare ad alta velocità e solo il tempo di amalgamare il composto.
Quando il tutto sarà omogeneo, dividilo nelle due teglie e inforna subito per circa 30 minuti.
Fai la prova stecchino prima di estrarre le torte dal forno.
Lascia raffreddare su una gratella.
Conserva i dischi in frigorifero coperti da pellicola fino al momento dell’utilizzo.
Se le torte usciranno leggermente a cupola, dopo averle raffreddate per bene, usa un coltello a seghetto per rimuovere la parte eccedente.
PER LA CORTECCIA DI CIOCCOLATO
350 g circa di cioccolato fondente (no extra – io ho utilizzato il Lindt confezione oro)
Fondi il cioccolato
Spezza il cioccolato (meglio ancora se lo triti al coltello).
Fondilo a bagnomaria (presta attenzione che l’acqua non entri in contatto con il cioccolato né che tocchi la pentola del cioccolato) oppure in microonde alla massima potenza alternando cicli di 30 secondi e mescolando ad ogni intervallo.
Mescola bene il cioccolato fuso e assicurati che non siano rimasti pezzetti solidi.
Stendi il cioccolato
Versalo su un foglio di carta forno e stendilo con una spatola a gomito o meglio ancora un tarocco piuttosto largo in un rettangolo di circa 25/30*40 cm in modo tale da ottenere uno strato piuttosto sottile.
Copri con un altro foglio di carta forno, quindi stendilo bene con le mani in modo che aderisca al cioccolato fuso.
Arrotola il tutto partendo dal lato corto.
Ti avanzerà del cioccolato: ripeti l’operazione per ottenere altre fasce di cioccolato (ti serviranno perché è probabile che alcune non verranno perfette – è comunque possibile fonderle nuovamente per ripetere l’operazione).
Poni i rotoli in congelatore a rassodare per almeno una mezzora.
Quando il cioccolato si sarà indurito srotola il tutto con delicatezza: ricaverai delle lunghe fasce conche.
Tienile da parte.
PER LE PIGNE DI CEREALI AL CACAO
100 g biscotti tipo Digestive
15 g cacao in polvere
5 g zucchero semolato
50 g caffè (moka o espresso – è possibile sostituire con del latte)
10 g burro
petali di cereali al cacao (tipo questi)
Realizza i coni di cioccolato
Polverizza in un mixer i biscotti, aggiungi zucchero e cacao e mixa ancora per qualche secondo.
Aggiungi alla farina ottenuta il caffè e il burro fuso.
Frulla tutto fino ad ottenere un composto consistente ma morbido, dalla superficie lucida.
A mano a mano che lo lavorerai con la spatola, assumerà la consistenza della pasta modellabile.
Realizza 3 cornetti con l’impasto: uno di circa 30 g, l’altro 45 g e il terzo circa 55 g (ti avanzerà un po’ di impasto).
Se vuoi fare delle pigne un po’ più grandi, o farne 4, usa anche il resto.
Inserisci i petali di cereali al cacao
Per realizzare le pigne comincia inserendo i petali dall’alto: usane uno capovolto per coprire la punta, e poi inserisci gli altri scendendo verso la base.
Conservale in frigo fino al momento dell’utilizzo (o in congelatore per diverse settimane senza problemi).
PER IL FROSTING AL CIOCCOLATO FONDENTE
120 g cioccolato fondente (non extra – io ho usato il Lindt confezione oro)
2 prese di sale in fiocchi (io uso questo)
1 cucchiaino di estratto di vaniglia
310 g burro morbido
110 g zucchero a velo
55 g cacao in polvere intenso (io preferisco questo)
75 g acqua calda
75 g di panna acida (sour cream) a temp. ambiente
Fondi il cioccolato e monta il burro
Fondi il cioccolato a bagnomaria (o come sopra specificato).
Aggiungi la vaniglia e il sale. Tieni al caldo mentre monti il burro.
Nella ciotola della planetaria munita di frusta flessibile o con le fruste, lavora il burro a media velocità fino a che non sarà bello spumoso. Occorreranno circa 5 minuti.
Incorpora le polveri
Nel frattempo setaccia il cacao insieme allo zucchero a velo e scalda l’acqua.
Riduci la velocità della planetaria, quindi aggiungi le polveri setacciate, l’acqua e la panna acida.
Miscela il tutto a bassa velocità per un minuto poi incrementa e lavora a velocità sostenuta per circa 2 minuti.
Incorpora il cioccolato fuso
Al termine aggiungi il cioccolato fuso caldo e continua a lavorare fino a che il composto non risulterà liscio e spumoso.
Conserva in un luogo tiepido (non caldo), ma non al freddo, altrimenti indurirà.
Usa subito il frosting per decorare la torta versandolo in una tasca per pasticcere munita di bocchetta tonda liscia.
Se il frosting dovesse risultare poco lavorabile causa freddo, vedi sopra le note.
COMPOSIZIONE DELLA LAYER CAKE AL CIOCCOLATO CON PIGNE DI CEREALI AL CACAO
2 basi di torta al cacao, caffè e latte
100 g circa di confettura extra ai lamponi (o anche arancia)
frosting al cioccolato
3 pigne di cereali al cacao
corteccia di cioccolato
ciuffi di lavanda
zucchero a velo
- Disponi un sottotorta tipo questo o un cartoncino dello stesso diametro della torta (20 cm) su un piatto girevole per torte (io ho questo).
- Dosa una noce di frosting sul cartoncino e appoggia sopra un disco di torta. Pressa bene.
- Usando la tasca da pasticcere, dosa due “cordoni” di frosting al cioccolato lungo il bordo della base, in modo tale da ottenere una sorta di sponda o muro che impedirà alla confettura di uscire.
- Nel centro versa la confettura prescelta e livella bene con il dorso di un cucchiaio. (Io ho aggiunto della polvere essiccata di lampone per conferire maggiore intensità di gusto).
- Appoggia il secondo disco di torta e pressa bene.
- Distribuisci un po’ di frosting sulla sommità e intorno alla torta e, con pazienza e cura, livella il tutto per ottenere una superficie uniforme. Per farlo ti suggerisco di usare una spatola a gomito non troppo lunga oppure (forse più semplice ancora) un raschietto piuttosto largo. Puoi permetterti di non essere estremamente precisa/o intorno ai bordi: appoggiando la corteccia di cioccolato non si vedranno le imperfezioni. Cura piuttosto la sommità e assicurati che i lati della torta siano dritti, così quando appoggerai la corteccia l’effetto sarà più bello.
- Appoggia sulla sommità 3 pigne di cereali al cacao.
- Srotola la carta forno e ricava i pezzi di corteccia come spiegato sopra. Appoggiali sul frosting pressando delicatamente con i polpastrelli per farli aderire. Se fanno fatica perchè il frosting si fredda, puoi incollarli usando come collante del cioccolato fuso.
- Una volta completata la corteccia setaccia, infila i ciuffi di lavanda sulla sommità e setaccia dello zucchero a velo.
- La layer cake al cioccolato con pigne di cereali al cacao si conserva bene anche fuori dal frigorifero coperta (con delicatezza) con della pellicola per evitare che si secchi, per via della presenza del burro. Una volta messo in frigo il frosting tenderà a indurire, quindi è consigliabile tenerla a temperatura ambiente un pochino prima di servirla, se si predilige una consistenza più cremosa.
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