C’era bisogno di aria fresca, di un bel vento che ti strappa dalla quotidianità e dalle stanche abitudini cittadine senza darti il tempo di realizzare.
C’era bisogno, più che di una vera vacanza, di un cambio di routine, in cui non comandando gli orari degli shooting o degli incontri, delle email da evadere “asap”.
In un rovente giorno cittadino di fine giugno ho caricato la macchina con qualche vestito stropicciato recuperato dagli scatoloni del trasloco, la videocamera, una manciata di libri e un grande sacchetto di pomodori dell’orto di mio padre — quelli che brillano caldi di sole e di fatica. Quel giorno, lasciandomi tutto e tutti alle spalle sono partita per quello che considero il mio solido, caro, accogliente, vecchio mondo. Perché a Cortina ci vengo da quando ero bambina.
Questa casa all’ultimo piano, a due passi dal centro, è sempre stata un po’ il mio osservatorio segreto sul mondo. Una volta, proprio accanto ai gradini di ingresso, c’era una falegnameria: il profumo del legno tagliato riempiva le scale luminose e scricchiolanti, si attaccava ai vestiti e forse non sapeva di avere un potere magico: quello di sopravvivere all’inesorabile passare del tempo e restare nei ricordi.
Oggi la segheria non c’è più e quel locale a breve finirà nelle mani di un super vip che forse ne farà una dependance della sua futura reggia, ma quando la mattina spalanco i balconi della camera sulla “Perla delle Dolomiti”, mi sembra ancora di sentire quel rumore secco delle seghe e l’odore dolce-resinoso delle tavole appena piallate.
Da ogni finestra vedo un pezzo di sconfinata bellezza, quasi una galleria personale sempre aperta: dalla finestra della cucina e del bagno le Tofane, severe e maestose; da quella della camera il Pomagagnon che al tramonto diventa rosa; da quella del salotto l’Antelao, il becco del Mezzodì e il Nuvolau che, silenziosi e guardinghi, vigilano come sentinelle lontane. E poi il Cristallo, la Croda da Lago, il Sorapiss. In ogni forma posso riconoscere qualcosa di familiare: una scalata di papà, una camminata di mamma.
Un tempo erano loro che mi ci trascinavano, e devo dire a forza: da parte mia protestavo per le sveglie troppo severe, le camminate infinite, le salite troppo ripide.
A distanza di 30 anni invece vedo le cose al contrario: ogni giorno qui è una piccola fatica fisica che svuota la testa e riempie di senso la giornata. Parto al mattino presto per trovare i sentieri liberi e silenziosi. Mi guardo intorno, cercando di non tenere lo sguardo fisso sulle scarpe: scruto calottine di funghi nel sottobosco sperando sempre di intravedere un capriolo o una marmotta che osserva in cima ad un sasso.
Più di 20.000 passi sudati nelle prime ore della giornata, senza pensarci, mentre a casa anche venti minuti sul tapis roulant sembrano eterni. Invece qui ogni passo ha un valore: è un’occasione per ascoltarsi, per guardare solo al momento, dimenticando il prima e il poi. E’ un’occasione per sentire le gambe più forti che mai e il fiato che ogni giorno si fa un po’ più lungo. Quasi tre settimane volate via senza rendermene conto e ora, mentre scrivo davanti alla finestra che si affaccia sul paese cullato dalle cime più belle del mondo, sento che non vorrei tornare a casa. Ma proprio per per niente.
C’è un modo con cui provo a lasciare un segno quando vivo esperienze così profonde, il mio personale modo per vivere più profondamente ogni esperienza che rende più densa la mia vita: mescolare il mio bisogno di creatività con… ingredienti che amo. Per esempio una coppetta di frutta con la panna, due fusilli all’aglio nero e finferli o una Tarte ai pomodori, ricotta e pesto di prezzemolo. Per la prima non servono presentazioni, per la seconda ne servirebbero molte e la terza merita di finire senza troppi convenevoli sul blog.
Una base friabile con farina Vitamill a basso indice glicemico, rustica e friabile. La ricotta fresca, presa nella Latteria del paese. I deliziosi pomodori dell’orto di mio padre, caricati in auto insieme alla valigia, al pc, alla fotocamera e al tappetino per fare esercizi.
È un modo per fermare il tempo, per mettere un punto fermo in mezzo a duecentomila passi, per conservare un pezzo di questa sospensione al sapore di infinito che qui, tra una cima e un sentiero, sembra quasi possibile.
Consigli per realizzare una tarte salata ai pomodori d’estate
Un guscio di brisèe è perfetto per realizzare tarte rustiche e veloce con gli ortaggi d’estate: fresche e colorate possono essere rese uniche con qualche semplice tocco sulla superficie. I pomodori costoluto aggiungono una nota dolce e leggermente acidula che si sposa benissimo con la cremosità della ricotta che la rende cremosa e leggera.
Ricetta della
Tarte ai pomodori, ricotta e pesto di prezzemolo




Ingredienti
Per la base (stampo da 23 cm)
300 g di farina VitaMill® a basso IG
150 g di burro freddo a cubetti
2 g di sale
2–3 cucchiai di acqua fredda
Per la farcitura
300 g di ricotta fresca
Origano
Olio extravergine di oliva
1 zucchina
1/2 peperone rosso
1/2 peperone giallo
1/2 cipolla
Pomodori costoluto o marinda
Un mazzetto di prezzemolo
Qualche pinolo tostato (facoltativo)



Procedimento
Preparazione della base
In una ciotola, mescola farina e sale. Aggiungi il burro freddo a cubetti e lavora velocemente con la punta delle dita fino a ottenere un composto sabbioso.
Aggiungi l’acqua fredda poco alla volta, finché l’impasto diventa compatto.
Forma un panetto, avvolgilo nella pellicola e fai riposare in frigorifero per circa 30 minuti.
Preparazione delle verdure
Taglia zucchina, peperoni e cipolla a julienne.
Scalda un filo d’olio in padella, aggiungi le verdure e saltale a fiamma vivace finché restano morbide ma ancora croccanti. Regola di sale e lascia intiepidire.
Crema di ricotta
In una ciotola, lavora la ricotta con un filo d’olio, origano e un pizzico di sale, fino a ottenere una crema omogenea.
Cottura della base
Stendi la pasta e sistemala in uno stampo con base amovibile, imburrato e infarinato. Bucherella il fondo con una forchetta.
Cuoci in bianco (con carta forno e pesi) a 180°C per circa 40 minuti.
Rimuovi la carta e i pesi, e cuoci altri 10 minuti finché la base sarà dorata e croccante.
Assemblaggio
Lascia raffreddare la base. Farcisci con le verdure saltate e la crema di ricotta.
Taglia i pomodori a fette sottili e disponili in modo decorativo.
Prepara un pesto veloce con prezzemolo tritato, olio extravergine, sale e qualche pinolo tostato (a piacere anche una punta d’aglio).
Completa la tarte con sale e pesto e servila con un cucchiaio di pesto.


Consigli
- Puoi aggiungere alla base un trito di erbe aromatiche diverse (basilico, menta, timo) per un aroma più intenso.
- Usa un mix di pomodori colorati se vuoi ottenere un effetto ancora più scenografico.
- Si conserva in frigorifero per circa 2 giorni.



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