Alberelli natalizi di pan di zenzero e… il magico mondo del Do It Yourself.
La mia devozione per il mondo del “fai da te” ha origini lontane ed è figlia di una manualità che non sono mai riuscita a capire se ho ricevuto in dono oppure ho fatto mia nel corso del tempo.
Frammenti di estati in cui vestivo il grembiule bianco mi ricordano che mamma spediva me e mia sorella Laura a scuola di cucito. Guardando, a distanza di 35 anni, quei lavoretti, non saprei dire chi delle due sorelle fosse la più o meno portata. Forse eravamo semplicemente due tele bianche su cui si iniziava a scrivere “una storia di passioni”, eppure ricordo che negli anni successivi venne facile in famiglia cucirci addosso frasi del genere “ah, la grande ha tanta manualità” e “ah, la piccola manualità proprio zero”. Pur andando sempre orgogliosa del riconoscimento, mi chiedevo come mai, se davvero era tanto negata, Laura riuscisse a suonare il pianoforte con tanta passione mentre io schivavo gli esercizi quotidiani di chitarra come fossero petardi di guerra.
Mi esibivo in performance di una certa tristezza che si trasformavano in giudizi scolastici di un certo peso: “Peccato perché avrebbe la mano adatta, ma quando viene qui piange sempre”.
Forse lo sviluppo di certe doti manuali e artistiche non può dunque prescindere dall’interesse per l’argomento?
Penso sia questa la risposta, soprattutto in considerazione del gran contributo di pazienza che dev’essere profuso per arrivare al risultato.
Chitarra a parte, che non mi ha mai ispirato simpatia in nessuna stagione, ho sempre nutrito una forte attrazione per il fai da te con carta, stoffe e forbici. Il Natale ogni anno arrivava come un’onda alta e divertente che aspettava solo di essere surfata e che vivevo al lume della scrivania fra pacchetti, doni, fiocchi, decorazioni e dolcetti. A volte non riuscivo neppure a godermi il momento tanto ero timorosa di non riuscire a realizzare tutte le idee creative che affollavano la mia mente.
Gli albori di questa passione si fecero sentire in tenera età, quando, in prima elementare, realizzai le mie prime chicche di caramello e nocciole: erano dure come il marmo ma questo non mi impedì di portarle fieramente in dono ai miei compagnetti di scuola tutte ben avvolte nell’alluminio.
A dodici anni venne “il turno del tornio”: l’argilla tenera che mi si infilava sotto le unghie mi faceva sentire bellissima. E dire che non avevo ancora visto Ghost.
A quindici mi ingegnavo con i biglietti d’auguri stile scrapbooking mentre, intorno ai venti, mi dedicai al restyling del gigantesco albero di Natale del mio fidanzato, regalando a sua madre una scatola colma di palline di polistirolo tutte ricoperte di tessuto, frutto di svariate sere seduta al tavolo della cucina nella gelida Feltre ammazzando il tempo tra il corso di sociologia e quello di economia.
Quando me ne andai a vivere da sola, intorno ai 24, subentrò la fissa delle presine da cucina, delle coccarde in pannolenci e delle decorazioni ripiene di cotone, tutte opere di un certo ingegno strutturale per le quali dovetti spingermi oltre l’ago e il filo. Fu così che trovai spazio, sul tavolo del salotto, per la nuova compagna delle ore piccole: una pesantissima macchina da cucire che, oggi, giace in lavanderia al calore della caldaia.
Accadde poi che questo gran flusso di creativa manualità lasciò il passo ad una sola cosa: il muovere le mani in cucina.
Avvenne più o meno intorno ai 28. Da quel momento ogni break dal lavoro era dedicato a capire come realizzare la sfoglia perfetta, come sfornare una meringa croccante, come cuocere dei biscotti dalle forme “giottiane”. Vagavo per i supermercati palpando burri e battevo a tappeto i negozi di accessori a caccia degli utensili più stravaganti. L’avevo fatto imprimere pure sul mio personale biglietto da visita: “Più facile trovarmi in cucina che in palestra”.
Una cosa era fin troppo chiara: la passione cresceva al diminuire del tempo libero disponibile.
Quel che accadde negli anni successivi ormai è storia che, chi bazzica il mio blog da qualche anno, ben conosce (per tutti gli altri, invece, mi sto riferendo al mio cambio vita di cui ho raccontato anche QUI).
In ogni caso, anche se dopo il “noto salto” la qualità del mio tempo è migliorata perché le passioni sono diventate a tutti gli effetti il mio lavoro, non posso dire che quantità di tempo da dedicare al puro esercizio degli hobby sia cresciuta.
Pur nella mia nuova dimensione di lavoratrice free-lance che fa dell’esercizio della creatività la sua spina dorsale, oggi le ore per dare vita a qualcosa di davvero diverso, con annessi possibili fallimenti e nuovi tentativi, rasentano la manciata in un mese.
Una sofferenza che, a ridosso di questo Natale, ho scelto di risparmiarmi.
Perciò con lo scoccare di dicembre mi sono lasciata convincere a perdermi nel famoso “boschetto della mia fantasia”, da cui sono uscita un paio di giorni dopo più sollevata e appagata, con una ghirlanda di coccarde in carta da parati e degli alberelli di pan di zenzero.
“La creatività è contagiosa, trasmettila.” diceva Einstein.
Ce l’ho messa tutta, ora mi basterebbe solo un po’ di neve.
Come realizzare una ghirlanda di coccarde con carta da parati?
Ho chiesto ad un rivenditore di pitture e strumenti per il DYI di omaggiarmi di alcuni raccoglitori di campioni di carta da parati che erano destinati al macero. Ho scelto i campioni di carta che più mi sembrava stessero bene assieme e ho ricavato da ciascun foglio dei rettangoli. Li ho poi piegati a fisarmonica e li ho fermati nel mezzo con uno spago che ho chiuso bene sul retro. Ho aperto quindi a ventaglio le due parti della coccarda e, per tenerle unite, le ho incollate con della colla a caldo (anche quella stick va bene) e fermate con un punto di cucitrice sul retro.
Ho poi praticato un foro all’estremità con una bucatrice e ci ho fatto passare un grosso spago. Ho ritagliato alcuni ciondoli di carta e li ho apposti nel mezzo con un goccio di colla a caldo.
Et voilà!
Come ho realizzato gli alberelli di pan di zenzero?
Gli alberelli (da un’idea di Donna Hay) sono stati realizzati a partire da triangoli di pan di zenzero (estremamente croccanti grazie al miele) che vengono incollati con della glassa al cacao. Io ho realizzato 6 alberelli di 3 altezze differenti, quindi due alberelli per ogni altezza. Ci vuole un po’ di pazienza perché, per realizzarli tutti, saranno necessarie circa 3 infornate.
Sono bellissimi da regalare o da posizionare sulla tavola nel momento in cui si serve il dolce.
LA RICETTA DEGLI ALBERELLI NATALIZI DI PAN DI ZENZERO
INGREDIENTI
PAN DI ZENZERO CHIARO
125 g BURRO MORBIDO
90 g ZUCCHERO DI CANNA CHIARO
2 g SALE FINO
230 g MIELE
375 g Farina tipo 00 | W 200 GRANDI MOLINI ITALIANI
LA PUNTA DI UN CUCCHIAINO DI BICARBONATO DI SODIO
2 CUCCHIAINI DI ZENZERO IN POLVERE
1 CUCCHIAINO DI SPEZIE MISTE IN POLVERE
PAN DI ZENZERO AL CACAO
125 g BURRO MORBIDO
90 g ZUCCHERO DI CANNA CHIARO
2 g SALE FINO
230 g MIELE
350 Farina tipo 00 | W 200 GRANDI MOLINI ITALIANI
35 g CACAO IN POLVERE
LA PUNTA DI UN CUCCHIAINO DI BICARBONATO DI SODIO
2 CUCCHIAINI DI ZENZERO IN POLVERE
1 CUCCHIAINO DI SPEZIE MISTE IN POLVERE
GLASSA AL CACAO
320 g ZUCCHERO A VELO SETACCIATO
25 g CACAO IN POLVERE, SETACCIATO
5/6 CUCCHIAI DI ACQUA BOLLENTE
PROCEDIMENTO
Prepara il panetto chiaro di pan di zenzero
Per prearare gli alberelli natalizi di pan di zenzero comincia setacciando tutte le polveri insieme e tieni da parte.
Metti il burro e lo zucchero nella ciotola della planetaria e lavora con la frusta piatta per 10-12 minuti il tutto fino a quando non risulta chiaro e cremoso.
Aggiungi il sale.
Raschia i lati della ciotola, aggiungi il miele e tutte le polveri setacciate. Lavora a bassa velocità fino ad ottenere un impasto omogenero.
Rovescialo sul piano di lavoro, compattalo con le mani quindi stendilo tra 2 fogli di carta da forno antiaderente ad uno spessore di 5 mm.
Riponi in frigorifero per circa 1 ora o fino a quando non si sarà rassodato.
Prepara il panetto scuro di pan di zenzero
Fai la stessa operazione del pan di zenzero chiaro, setacciando questa volta insieme alle polveri anche il cacao.
Riponi anche questo panetto in frigorifero fino a raffreddamento.
Intaglia gli alberelli
Disegna su un cartoncino 3 triangoli delle seguenti dimensioni:
29*10 cm per l’albero grande
22*9 cm per l’albero medio
17*9 cm per l’albero piccolo
Intaglia le 3 sagome e appoggiale sull’impasto bianco di pan di zenzero.
Con un coltellino affilato ricava dalla base:
3 triangoli da 17*9 cm per formare l’albero piccolo,
3 triangoli da 22*9 cm per formare l’albero medio
3 triangoli da 29*10 cm per formare l’albero grande.
Re-impasta, se necessario, per ricavarli tutti.
Intaglia le stelline
Usando un coppapasta a forma di stella da 2 cm e 3 cm, ritaglia 3 stelle dall’impasto bianco.
Procedi allo stesso modo con l’impasto scuro.
Se dopo l’intaglio si fossero scaldati troppo, riponi stelle e triangoli in congelatore o in frigorifero a rassodare prima di passare alla cottura.
Cuoci i triangoli e le stelline
Preriscalda il forno a 140°C.
Fodera 3 teglie con tappetino microforato oppure con carta da forno antiaderente.
Disponi i triangoli freddi sulla teglia distanziandoli leggermente tra loro e cuoci per 25 minuti circa (nella parte medio bassa del forno) o fino a quando saranno dorati e asciutti al tatto.
Lascia raffreddare completamente su delle gratelle.
All’uscita dal forno saranno molto morbidi, quindi attendi il completo raffreddamento prima di staccarli.
Procedi con la cottura di tutti i triangoli di impasto e, infine, nell’ultima infornata, aggiungi a metà cottura le stelline che avranno bisogno di circa 10/12 minuti per dorarsi, oppure cuocile da sole.
Una volta freddi, con una grattugia a maglie finissime (per fare un lavoro preciso usa la Microplane), leviga e pareggia i lati dei rettangoli, raddrizzandoli il più possibile.
Componi gli alberelli
Per preparare la glassa al cioccolato, frulla zucchero a velo e cacao insieme.
Aggiungi gradualmente e poco alla volta l’acqua calda e frulla o lavora con la frusta fino a ottenere un composto liscio e cremoso ma molto consistente. Prima di aggiungerla tutta verifica che sia realmente necessario.
Versa la glassa in una tasca da pasticcere munita di bocchetta tonda da 5 mm.
Tenendo i triangoli distesi, dosa della glassa lungo il bordo di ciascun lato quindi appoggia gli altri due triangoli premendo delicatamente per attaccare.
Metti in verticale con attenzione e lascia riposare per circa 1 ora o fino a quando la glassa si sarà rappresa.
Versa infine un po’ di glassa sulla cima di ogni alberello e attacca le stelline pennellandole prima, a piacere, con dell’oro in polvere.
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Chi l’ha letto dice che può essere un valido regalo di Natale 🙂
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