Il mio viaggio comincia da un risveglio al Matillhof, nel buio silenzioso di una stanza dalle ampie vetrate che si affaccia su Laces.
I primi raggi filtrano impercettibili attraverso le nubi che veloci passano sopra la testa. Mi vesto, afferro la macchina fotografica e scendo le scale antiche che sanno di legno e pietra. Un sorso di succo di mela al mattino, del pane ai semi e l’imbarazzo della scelta davanti al tavolo dei mieli e delle confetture: un’eccezione che solo in questi luoghi mi concedo.
L’estate deve ancora mostrarsi con forza ma tutto mi sembra sappia di sole, di verde, di vivo.
Da qui inizia la mia scoperta della Val Venosta, una meravigliosa valle dell’Alto Adige.
Un viaggio che tocca la Val Martello con i suoi speciali ortaggi dal gusto intenso. Passerò per Laces, per i borghi storici di Silandro e Glorenza, per Prato allo Stelvio tra prati fioriti e latte biologico. Arriverò anche più fuori, verso Lagundo e Merano, a scoprire il gusto dei prodotti caseari della tradizione locale e la prima birra analcolica artigianale d’Italia.








Perché dovreste considerare queste tappe in un vostro itinerario esplorando la Val Venosta?
Perché io ho avuto la fortuna di attraversare e scoprire la Val Venosta accompagnata da chi l’ha forgiata e continua ad animarla e rispettarla ogni giorno. Sono stata a contatto con coltivatori, formaggiai, birrai, panificatori; forti uomini e creative donne dallo spirito inarrestabile, che hanno saputo valorizzarla attraverso l’uso delle loro mani, senza mai tradire la tradizione del passato.
Il mio invito quindi è di lasciarsi guidare in una valle dove le Alpi Venoste fanno da cornice a storie agricole e culinarie secolari.
Queste tappe a seguire non sono solo un elenco di luoghi da visitare: sono un bignami di vita autentica che può esplodere in racconti di passione, tradizione e innovazione per chi desidera vivere la Val Venosta con il cuore e il palato.
Consideratelo, se volete, un punto di vista nuovo sull’antica Val Venosta.
Dormire in Val Venosta: il riposo come primo ingrediente segreto
Tra muretti a secco, frutteti che sembrano disegnati sul pendio e il silenzio di una natura dal verde intenso, trovare un letto qui significa spesso immergersi in un racconto di pietra e natura. Il sonno si fa esperienza territoriale: pareti delle stanze in legno di cirmolo garantiscono riposi profondi, mentre le acque calde delle spa permettono di fluttuare sotto un cielo di un azzurro che sembra amplificare il respiro. La colazione diventa il rito più atteso: pane ai semi croccante, schüttelbrot fragrante, burro di malga, mieli odorosi e torte calde.
È il momento in cui si può pianificare la giornata ed è bellissimo poterlo fare pregustandone il sapore.





Hotel Matillhof, Laces
Nel cuore di Laces, il Matillhof è un relais ricavato da un’antica casa padronale del XII secolo. Tra archi in pietra e soffitti a volta, troverete stanze decorate con tessuti storici e arredi contemporanei. La spa scavata nella roccia viva permette bagni rilassanti alle erbe locali, mentre la cantina medievale offre degustazioni di Gewürztraminer di propria produzione e raffinati formaggi locali. L’accoglienza è rara, il calore dell’ospitalità non si dimentica.
Al mattino, la colazione è un inno alla Val Venosta: pane di segale, confetture di frutta di montagna, tantissimi mieli artigianali e un’attenzione particolare alla pasticcera. E alla sera, salite in terrazza: un aperitivo con vista vi regalerà il privilegio di vedere il sole svanire dietro le cime, tingendo di rosa i meli e la valle.
Gasthof zum Riesen, Tarres
A pochi passi dal centro storico, il Riesen è una vera locanda tirolese. Le camere, con pareti in legno intagliato e tessuti tradizionali, conservano il calore di una dimora di un tempo. Il profumo del pane appena sfornato vi accolgerà ogni mattina, mentre la bike-room e il noleggio e-bike rendono il Riesen ideale per partire alla scoperta dei meleti circostanti lungo la pista della ferrovia dismessa.
Hotel Paradies, Laces
Sospeso tra i vigneti di Naturno, Paradies offre una spa panoramica che affaccia sui terrazzamenti vitati. Provate il bagno di fieno, praticato dai contadini locali per alleviare i muscoli affaticati, o la sauna alpina in legno di cirmolo, che profuma di bosco. La colazione a buffet include prodotti a chilometro zero, come yogurt biologico, succhi di mela fresco e torte di grano saraceno.
Amolaris Lodges, Coldrano
Immerso nel bosco di larici, ogni chalet di vetro e legno fonde lusso minimal e comfort rustico. Le cucine interne sono fornite con prodotti locali – olio di noci, formaggi di malga e affettati – per preparare una colazione privata sul terrazzo. L’arredamento è firmato da designer alpini e le ampie vetrate regalano una veglia notturna sotto un cielo stellato.
Goldene Rose, Silandro
Situato nel cuore del centro pedonale di Silandro, il Goldene Rose è un relais a gestione familiare che unisce storia, eleganza e comfort moderno. Ricavato in parte da strutture originali del XIV secolo, offre camere e suite dagli arredi raffinati, molte con balcone o terrazza e vista sulla Valle Venosta. Centro benessere, dotato di sauna, bagno turco, vasca idromassaggio e beauty lounge, è perfetto per rilassarsi dopo una giornata tra masi e meleti. La colazione, generosa e curata, propone un ricco buffet con prodotti locali: pane artigianale, torte fatte in casa, succhi freschi, yogurt e formaggi.


Prodotti tipici da assaggiare in Val Venosta
Il vero cuore della Val Venosta batte nei suoi prodotti. E se è vero che la mela è il suo più celebre riconoscimento, è anche vero che esiste una quantità di frutta e ortaggi che maturano in altezza, quasi sospesi tra cielo e montagna, dal sapore indescrivibile. E’ l’escursione termica la responsabile della magia.
Spesso si trasformano in conserve, altre volte in succhi, altre volte ancora in prodotti innovativi.
Scoprirete come un frutto rosso, un barattolo di crauti o un gelato d’alta quota possano raccontare senza troppi giri di parole la storia di questa terra, stagione dopo stagione. Ogni tappa è un’occasione per esplorare botteghe e masi dove la fatica a fine stagione si fa sapore.




Cooperativa MEG, Fragole alpine, ortaggi e frutta d’alta quota
A 900–1.600 metri sul livello del mare, le fragole della cooperativa MEG crescono in uno dei frutteti più alti d’Europa. Qui, l’escursione termica – gelide notti e giornate di sole intenso – concentra gli zuccheri e gli antociani, creando bacche dal gusto quasi mielato. La cooperativa ha trasformato una valle un tempo povera in un laboratorio agroalimentare: il simbolo della coccinella garantisce metodi sostenibili, senza pesticidi aggressivi.
Da non perdere passando per la Val Martello:
- visita al negozio della Cooperativa “Il Mondo della Fragola Altoatesina”
qui si trova frutta fresca, ortaggi appena raccolti, confezioni di frutta rossa congelata per marmellate fatte in casa, frutta essiccata, succhi, liquori, conserve e creme alpine. Delizioso il Gelato di montagna (Venostes Gelato) che nasce proprio in Val Martello ed è realizzato con latte e frutta di montagna raccolta a mano. - Sentiero della Fragola: un facile percorso tematico di 3 km che attraversa i campi e termina con un punto panoramico sul Parco dello Stelvio.
- Festa della Fragola (ultima domenica di giugno): laboratori di confetture, torta gigante e mercatino, con dimostrazioni di raccolta e degustazioni guidate.
Crauti venostani & Kimchi locale, Lechner Kraut & Kobas Kimchi, Lasa
A Lasa, l’azienda Lechner lavora il cavolo cappuccio da oltre ottant’anni, sfruttando il calcare naturale del terreno per ottenere fermentazioni dolci e croccanti. Negli ultimi anni, un progetto coraggioso ha unito questa tradizione ai metodi coreani: è nato così il Kobas Kimchi, una delizia dalle grandi proprietà nutritive che utilizza verdure locali, aglio e spezie del territorio per un prodotto unico e innovativo in Italia. Accanto al laboratorio storico trovi il negozio in cui acquistare vasetti di crauti naturali, alle spezie o con speck, oltre a edizioni speciali come il Kimchi bio realizzato con verdure alpine e aglio nostrano.

Succo di mele & aceti d’altura, Maso Kandlwaalhof, Lasa
Il maso Kandlwaalhof, a 900 m di quota, vanta una tradizione secolare nella coltivazione di mele Weirouge. Sì, quelle belle e dolci, così difficili da trovare in città. Con metodi biologici, le mele vengono spremute a freddo e trasformate in succhi, aceti e anelli essiccati. Il microclima secco favorisce la concentrazione degli aromi, mentre l’acidità naturale delle mele conferisce un carattere unico all’aceto. Nel punto vendita assaggiate succhi puri e scoprite abbinamenti insoliti con formaggi di malga.
Caffè monorigine & pasticceria, Caffè Kuntrawant, Lana
A Laces, il Kuntrawant nasce sulle vestigia di una vecchia latteria, recuperata interamente grazie a materiali di recupero. La loro arte è unire la cultura altoatesina al caffè specialty: i chicchi monorigine vengono tostati in piccoli lotti e accompagnati da dolci ispirati alle tradizioni locali, come i Heini-Brot di segale e miele. La piccola sala degustazione è un invito a fermarsi e riscoprire il rito del caffè.
Whisky artigianale alpino, Distilleria PUNI, Glorenza
Dietro le mura di Glorenza si celano bunker della Seconda Guerra Mondiale, oggi custodi di un tesoro invecchiato: il whisky PUNI. Qui, l’umidità e la temperatura costante trasformano l’orzo in tre diverse espressioni di single malt: una parte riposa in botti di Bourbon americano, un’altra in barili di Marsala siciliano e la terza in casse derivanti da vini nobili altoatesini. Ogni sorso racconta un capitolo di storia locale e di sperimentazione italiana, lontano dagli stereotipi scozzesi. Per chi volesse addentrarsi nei segreti della distillazione e dell’invecchiamento, le visite guidate — con accesso ai bunker, agli alambicchi e alle cantine — sono prenotabili sul sito ufficiale: puni.com/it/visite-guidate/.
58 Chocolate, Cioccolato “bean-to-bar”, Merano
Nel laboratorio di via Fondovalle, fate un salto nelle origini del cacao con il bean-to-bar: dal seme tropicale alle spezie alpine, ogni tavoletta nasce dall’incontro tra cacao selezionato e ingredienti locali come sale rosa, ginepro e pepe di Sichuan. I weekend ospitano sessioni di temperaggio dove imparare a sciogliere e stirare il cioccolato artigianale.
Birra analcolica d’avanguardia, Birrificio Freedl, Lana
Nato nel 2019 dall’idea dei fratelli Maria-Elisabeth e Max Laimer, eredi della storica Osteria Pfefferlechner, Freedl ha reso Lana la culla della birra artigianale analcolica in Italia.
Qui, l’arte del brassaggio tradizionale si unisce alla ricerca di ingredienti locali.
La Classic è una birra analcolica dal corpo pieno.
La Calma è un’IPA al basilico alpino, fresca e distensiva.
La Citrino regala un sorso agrumato con limone di Sicilia, perfetto per l’estate.
Il biergarten, immerso tra i faggi, accoglie appassionati e curiosi.
Ogni venerdì, da marzo a novembre, si tengono visite guidate al microbirrificio con degustazioni.
Un’esperienza che racconta la svolta analcolica, senza rinunciare a profumi e carattere di una vera craft beer.




Macelleria Siebenförcher, Merano
Siamo a Merano, all’ombra delle mura medievali, nel cuore della cittadina. Dentro la cornice di un negozio ricco di prodotti d’alta qualità troneggia il banco macelleria di Siebenförcher, che produce dal 1930 speck IGP e salumi con metodo artigianale. Solo spezie concesse da disciplinare e una grande abilità nel controllare il grado di asciugatura del prodotto.
Il mio preferito? lo speck Gran Riserva.



Dove mangiare in Val Venosta: ristoranti e tavole d’autore
Dopo aver esplorato i profumi e i sapori dei prodotti tipici, è il momento di accomodarsi a tavola. In Val Venosta e dintorni, ristoranti storici e tavole d’autore reinterpretano ricette locali con un tocco di modernità. Ho appuntato a seguire alcuni luoghi che meritano una sosta, più o meno lunga: potete scegliere tra pergole antiche, biergarten di montagna e bistrot di design. Qualunque scelta fate ogni piatto nasce dal legame con il territorio e racconta storie di ingredienti genuini e passione in cucina.











1477 Reichhalter, Lana
I balconi azzurri en pendant con il lino dei grembiuli del personale. Un dettaglio che dice molto della cura che si cela in ogni aspetto di questo eccellente bistrot nascosto in un antico maso ristrutturato; il 1477 Reichhalter unisce architettura storica e innovazione culinaria. Sotto una pergola di vite centenaria è possibile gioire di piatti coloratissimi, gustosi, buoni per davvero. Lo chef Andreas propone piatti che raccontano il territorio: tra questi l’agnello in salsa di mirtilli di montagna, il risotto alle barbabietole rosse con formaggio di malga e la mousse di mirtilli con formaggio affumicato.
Birrificio Pfefferlechner, Lana
Tra pub d’epoca e fermentatori tradizionali, Pfefferlechner è un’esperienza brewery-to-table: birre artigianali prodotte con malto locale e acqua di sorgente. Nel biergarten primaverile i tavoli si riempiono di Weissbier e Märzen accompagnati da stinco di maiale al malto e gulasch di cervo. Seduti ai tavoli di legno le caprette, dalla finestra, ti fanno ciao. Ma dico davvero, eh?

Speckeggele, Silandro
Servizio accogliente, cucina tradizionale e al contempo creativa con ottime materie prime; cura dei dettagli e prezzi proporzionati.
Pane tiepido e crema di barbabietole o Ravioli ripieni di formaggio di montagna, pancetta, erba cipollina e burro di noci: ogni piatto è colorato, bello e buonissimo.
Ristorante Kuppelrain, Castelbello
Questa cucina è estrosa, inaspettata, legata alla tradizione, ma soprattutto rivolge lo sguardo oltre i monti, proprio come la Val Venosta. Tutto ciò che la natura della montagna e della valle ha da offrire viene catturato in creazioni culinarie con influenze mediterranee in piatti che deliziano il cuore dei buongustai. Le ricette di Jörg Trafoier e del figlio Kevin catturano i profumi inconfondibili della valle, li mescolano nelle creazioni culinarie. Fin dall’inizio la cucina ha puntato su prodotti di prima qualità, per lo più biologici quando disponibili, provenienti dalle nostre immediate vicinanze. Stretto legame con i produttori, prodotti sani e ricchi di contrasti come la valle.
Flurin, Glorenza
Nel cuore di Glorenza, il Flurin è molto più di un semplice alloggio: è un piccolo scrigno medievale che sa trasformarsi in esperienza. Una torre antica che ha attraversato secoli, custodendo storie di mercanti, prigionieri, imperatori (si dice anche Massimiliano I vi abbia riposato) e oggi restituita a noi come relais di charme. Le suite, intime e luminose, conservano pareti in pietra, travi antiche e dettagli contemporanei di grande gusto. Ogni stanza regala un piccolo racconto, con vista sui tetti merlati o sul borgo che sembra uscito da un libro illustrato. Il ristorante interno, curato curato dal giovane chef Thomas Ortler, racconta la valle in piatti delicati e sorprendentemente leggeri, mentre il bar è un rifugio perfetto per un calice di vino locale o un digestivo sotto le antiche volte.
Ristorante Killimangiare, Castelbello
Fusion mediterraneo-tirolese in un bistrot chic. Sembra strano ma funziona. Killimangiare miscela erbe alpine e agrumi in piatti come Tartar di trota affumicata all’arancia, Tagliata di manzo al rosmarino con riduzione di limone e Risotto alla cannella con mele e speck croccante. L’atmosfera richiama un bistrot urbano, con luci soffuse e opere d’arte contemporanea alle pareti.
Pur Bistrot-Mercato, Lana (e anche a Merano)
Progettato dal designer Harry Thaler, Pur è un inno al KM0 dell’Alto Adige.
Unisce prodotti provenienti dalle tante attività locali in una sorta di elegante mercato e bistrot: scaffali di legno scricchiolante espongono formaggi, conserve e salumi locali, vini, sidri di mele, mentre il bistrot serve piatti veloci ma ben fatti. Ogni giorno un piatto del territorio viene portato in tavola, una bella tavola in larice: c’è solo da scegliere il piatto del momento più goloso come per esempio la zuppa d’orzo o il carpaccio di mela e speck.
Panifici e dolci artigianali: la memoria in crosta
Nell’Alta Val Venosta il pane parla di giorni antichi: si racconta di mulini ad acqua che ancora riverberano nella pietra dei borghi e di mani esperte che intrecciano farine di segale e di farro.
Qui i forni portano avanti memorie del passato: le botteghe diventano piccoli punti di incontro dove la comunità locale si ritrova, dove le spighe raccolte ad agosto tornano in tavola sotto forma di schüttelbrot fragrante o di soffici brioche.
Le ricette di un tempo, custodite nei quaderni ingialliti delle famiglie contadine, convivono con la sperimentazione di farine integrali e semi tostate. I panificatori della valle usano lievito madre vivo, nutrito con acqua di sorgente alpina e rinfrescato ogni mattina, per dare al pane profumi intensi e lunga vita.
Accanto alle pagnotte rustiche si affiancano dolci che omaggiano i frutti locali e i mieli d’alta quota, trasformando il semplice gesto di spezzare una fetta in un rito conviviale senza tempo.


Panificio Schuster, Glorenza
Fondato nel 1919 da Josef Schuster, è sopravvissuto alle guerre adattando ricette antiche alle materie prime locali. Questo minuscolo panificio nel cuore di Glorenza è oggi alla terza generazione. Lo Strudel di mele e quello di albicocche sono la loro specialità: la pasta frolla viene lavorata a mano e farcita con frutta locale selezionata, cannella di Ceylon e vaniglia naturale.
Da non perdere i deliziosi Pani di segale con mela e pera, senza zucchero realizzati con profumatissima farina di segale macinata a pietra e lievito madre.
Mi sono innamorata talmente tanto dello strudel di albicocche del Panificio Schuster di Glorenza che gli ho chiesto la ricetta.
La trovate qui.
Goldrainer Backstube, Coldrano
Piccolissimo ma con pani tradizionali buonissimi: dal Vinschger Paarl, il pane tradizionale della Val Venosta, fino alla pasticceria.
Backificio, Lana
Il Backificio di Lana, in via Gries 21, è una vetrina luminosa che unisce tre anime: panificio, pasticceria e caffetteria.
Francesco e Marie lavorano ogni giorno un lievito madre di famiglia, impastato con farine locali e gesti antichi.
È uno dei rari locali in Alto Adige dove pizza, pane e dolci nascono dallo stesso impasto madre.
Il risultato? Profumo intenso, consistenza perfetta e sapore autentico.
La mattina profuma di pane caldo: pagnotte integrali, filoncini di farro, colombe e brioche alla crema.
A pranzo, il bancone offre pizza al taglio con pomodoro San Marzano, mozzarella di bufala e panini gourmet con salumi locali.
Per chi vuole fermarsi, il bancone della caffetteria è un piccolo rifugio: espresso d’eccezione o cappuccino in tazza grande, con una fetta di torta del giorno.
Caseifici d’eccellenza: il sapore dei pascoli
In Val Venosta il latte non è solo un ingrediente. È il protagonista di storie di pascoli d’alta quota, temperature alpine e tradizioni contadine. Le latterie raccolgono la ricchezza di ogni singolo maso, trasformandola in prodotti unici.
Ogni panna, ogni ricotta e ogni forma stagionata raccontano il sapore dell’erba fresca, dei pascoli e dell’aria di montagna.



Englhorn Caseificio, Clusio
Il maso Englhof appartiene alla famiglia Agethle da oltre 200 anni. Si trova a Clusio, in Alta Val Venosta, sul margine occidentale del più grande ghiaione delle Alpi. Il paesaggio è segnato dai pascoli e dai campi di cereali.
Dal 2003 il latte del maso e una piccola quantità di latte acquistato vengono trasformati in formaggio a latte crudo. Il casaro Maximilian Eller ne produce tre tipi diversi: Arunda, a pasta molle, Tella, a pasta semidura, e Rims, a pasta dura. I formaggi prendono il nome dalle cime del gruppo del Sesvenna: Arundakopf, Tellakopf e Piz Rims.
Latteria Bio di Prato allo Stelvio
In quota a Prato allo Stelvio, dal 2019, questa latteria biologica trasforma latte di capra e vaccino in specialità certificate.
Il Caschlin, un camembert caprino stagionato due settimane, e il Formaggio Trada, un erborinato naturale, sono i fiori all’occhiello.
Da provare anche lo yogurt d’avena, nato con i produttori locali di cereali, e il Dulbant, un formaggio a pasta molle alle erbe.
Nel punto vendita, aperto dal martedì al sabato, si possono fare anche workshop di caseificazione casalinga.
Latteria Sociale di Lagundo & Hafena
Fondata nel 1899, questa cooperativa raccoglie il latte di 52 masi tra 800 e 1.500 metri di quota.
Con questo latte produce 20 tipologie di formaggi, burro e panna fresca.
Il Baby Grana di Pecora, sperimentale e cremoso, è già un cult tra gli chef locali.
L’Avena Bio Hafena reinventa la bevanda vegetale: avena 100% Val Venosta per un latte dolce e leggermente tostato, perfetto a colazione. Ogni venerdì, con prenotazione, si possono fare visite guidate con degustazione.
Si scoprono le vasche di cagliata, la sala mungitura e la cella di stagionatura su legni antichi.
Con più tempo, si può partecipare anche a una lezione di produzione del formaggio nella piccola malga accanto al negozio.


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