Biscotti perfetti: ricette e suggerimenti.
Troppe volte ho digitato nella barra di ricerca di Google queste due parole per poi approdare ai soliti cookies dalle mille varianti intriganti-ma-pesanti.
Ho sempre cercato ben altro: il frollino friabile, il biscotto fragrante e burroso, la cialdina agrumata, il trancetto speziato.
Sogna, Lucia.
I biscotti con la B maiuscola sono espressione tecnica e artistica, altro che roba per dilettanti. Continua a leggere…
Quando l’aria profuma di spezie è chiaro che in pentola bolle l’impasto dei miei biscotti preferiti di Natale: I Gingerbread, la ricetta originale di Peggy Porschen.
Ci siamo, parte sempre così il count down per il festone di Natale.
É da primavera che blatero di spezie nei miei post di ricette su meringate e crostate. Ora finalmente, senza più peli sulla lingua, posso dichiararla a grandi lettere la mia passione per tutto questo mondo zuccheroso e fanciullesco, per questi biscotti profumati e speziati che si preparano più o meno come si approccia un minestrone: mettendo gli ingredienti a bollire in una pentola.
Una massa scura e densa, deliziosamente fumante e speziata: il principio della magia. Quando i suoi profumi iniziano a penetrarti nelle narici non capisci più nulla: ti catapulti giù per le scale e tiri giù gli scatoloni delle luci, le ghirlande di bacche e rami di pino, gli gnomi con il batacchio a collo e le renne di porcellana.
Ah, come dite? a voi non è mai successo?
Se è così è perché non l’avete mai provata la ricetta degli omini di pan di zenzero della british Peggy Porschen.
Ciambella alle mele, crema alla cannella e noci. I do love California Bakery!
12 November 2016Sono diversi giorni che devo concludere la premessa a questo post relativo alla Ciambella alle mele, crema alla cannella e noci di California Bakery ma il fatto è che mancano le parole.
Sarà il periodo denso, le ore lavorative affannate, l’impegno mentale, lo stress delle scadenze… fatto sta che quando è sera mi viene solo voglia di lanciarmi sul letto e svenire davanti a qualsiasi programma che venga trasmesso al netto della pubblicità.
Mi lascio bombardare da ragionamenti altrui, convinzioni, presagi, ipotesi di scenari futuri con le mani sulla pancia e le gambe incrociate (… e un’espressione forse un po’ ebete).
A questo mondo tutti trovano parole per tutto, tranne quando hai bisogno di un consiglio vero.
All’occorrenza tutti sono politici, sono dottori, idraulici e giudici: tutti sanno come fare, tutti sanno cos’è sbagliato e cosa è opportuno… e nel frattempo tutto sta andando a ramengo.
Ci sarà mai una soluzione per tutto questo? Non è forse vero che contano i fatti mentre tutto il resto pare modo infantile per ammazzare il tempo e chi ascolta? Continua a leggere…
Quanto ho cercato per arrivare a questo voi non ne avete idea. E tutto perché per me la Tarte Tatin è l’iperspazio, l’archetipo del gusto e il perfetto esempio di come si può elevare all’eccellenza la semplicità: in fondo stiamo pur sempre parlando di mele, zucchero, burro.
In Francia mangiare una buona Tatin è cosa facile, qualsiasi boulangerie o pâtisserie ne vanta qualche bel vassoio. Se chiudo gli occhi per un momento sento nelle orecchie un tango di Roberto Goyeneche e rivedo i colori delle tende di Rue Muffetard nell’incantevole e vivace quartiere Latino di Parigi, le sue colorate vetrine e i suoi profumi profondi. Continua a leggere…
L’idea del souvenir mediamente mi trasmette una sorta di tristezza, un qualcosa di estremamente seriale e standardizzato, qualcosa che ha senso lì dove si trova, ma poi perde immancabilmente quel fascino se decontestualizzato. Ergo, il souvenir non ha senso.
Tra i 10 e i 30 anni però ammetto che ho provato di frequente una certa fierezza nel tornare a casa con il trofeo di turno: il Discobolo in miniatura, la cornice con le conchiglie bianche, le spillette a forma di carretto siciliano e… mi fermo qui per decenza. Continua a leggere…
Lo zuccotto mi è sempre sembrato un dolce vecchio. Vecchio dalla nascita. Certo che partire con un nome del genere non è una grande promessa per lo status di celebrità.
A pensarci bene forse negli anni ’80 qualche momento di gloria lo ha anche vissuto. Campeggiava sulla copertina de “Il libro dei dolci” firmato Lisa Biondi che a quel tempo mia mamma custodiva nella sua sezione personale della libreria del salotto. A volte, mentre cercavo la ricetta della Sacher, l’occhio a mezza via fra lo schifato e l’indifferente mi cadeva sull’immagine di questa specialità di origini fiorentine. Che tristezza provavo: una cosa tonda e compressa di cui non si poteva evincere il contenuto sui toni del giallo arancione. Pare la descrizione di una pasticca di Multicentrum. Continua a leggere…
La ricetta dei sablés bretons alla chantilly di mandorle e fichi avrebbe dovuto essere il mio personalissimo saluto all’equinozio d’autunno, ma di fatto è bello che andato, e pure da alcuni giorni.
Una blogger precisa e organizzata programma i post, pubblica al ritmo delle stagioni, riproduce ricette al suon delle ricorrenze.
La sottoscritta invece, nell’intento di assecondare un vortice lavorativo sempre più logorante, a breve si ritroverà nella paradossale situazione di arrivare a postare meringate in ottobre e panettoni in luglio. Continua a leggere…
Ho festeggiato da poco i miei 37 anni e sto metabolizzando l’amara verità che con l’età si diventa ripetitivi, abitudinari e nostalgici.
Sono tornata dalla Sicilia da circa 3 settimane e non riesco ad uscire dal tunnel ricottadipecorapistacchicannoli pomodorisecchioriganomandorle.
Per carità, mica tutto insieme, ci mancherebbe.
Sulla forchetta non ci stanno proprio e neppure in frigorifero, a dirla tutta.
Ricordo ancora la mattina del grande saccheggio: percorrevo le stradine bollenti di Montallegro in compagnia di due gran donne, allegre, energiche e determinate a riempire il bagagliaio: mia madre e mia suocera. In quei contesti è facile diventaare un po’ la figlia viziata di entrambe: vuoi vedere questa borsa? ti provi un paio di sandaletti o le ballerine? oh, come ti starebbe bene questa gonna!
… e siete certe che non sarei più carina con un mazzo di origano in mano e un po’ di pistacchi in bocca? Continua a leggere…
Sono passati tre mesetti da quando ho debuttato nel fantastico mondo del web e ogni giorno raccolgo qualche piccola, occasionalmente grande, soddisfazione. Spesso ho letto e sentito “il segmento è maturo”, “ci sono più blogger che ricette”, è “difficile farsi conoscere” e via discorrendo… ma ho sempre provato una certa insensibilità verso questi argomenti.
Faccio questa cosa perché mi piace e mi diverto, a volte sola, a volte in compagnia di cari amici. Non aspiro ad insegnare, ci sono fior fior di chef che lo fanno! Continua a leggere…
La soddisfazione che si prova nel realizzare una millefoglie di qualità penso sia pari a quella di mettersi una corona in testa. Le corone peraltro sono fuori moda, perciò a pensarci bene non c’è paragone.
Un po’ come Santiago di Compostela: un cammino difficile, lungo, snervante, pieno di insidie … non è che state già pensando di abbandonare la lettura di questo post, vero?
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La prima volta che presi Parigi davvero seriamente fu circa 4 anni fa. Prima di quel momento mi ero sempre dedicata alla capitale francese con una certa costanza ma una totale assenza di pianificazione. L’occasione di un breve week end era vissuta come una visita al Luna Park: mi perdevo per la città ammirandone qualsiasi sfumatura ma con un atteggiamento piuttosto passivo. Mi meravigliavo quando casualmente mi imbattevo in qualcosa di cui avevo letto e che mi aveva interessato, ma non avevo ipotizzato di farlo diventare una meta.
Pormi dei paletti, dei percorsi obbligati, mi è sempre parso limitativo per quello che la città spontaneamente, e in assoluta casualità, poteva offrirmi. Continua a leggere…
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Recentemente Pierre Hermé è stato consacrato il miglior Pasticcere al mondo da Fifty Best 2016.
Qualche minuto di applausi per l’uomo che è stato definito il “Maestro dei Macaron”, il “Picasso della pasticceria”, il “Dio-r dei Dessert”.
E pensare che alla fine degli anni ’70, mentre lavorava al fianco di Gaston Lenôtre, i Macaron non li trovava nemmeno tanto interessanti. “Sono troppo dolci“, andava dicendo. Continua a leggere…
Maggio e Giugno sono i mesi delle fragole e sul web spopolano ricette “veloci” e “facilissime” che le propongono in tutte le salse.
Cheesecake senza cottura, frullati, mousse… si sa, inizia il caldo e chi avrebbe mai voglia di accendere il forno?
Io, e anche senza troppi problemi. Una crostata alle fragole vale il sacrificio.
Mica puoi farla a settembre…a settembre ci sono i fichi. Continua a leggere…
La routine di una ossessionante ricerca della perfezione nel mondo dei dolci è un qualcosa che può arrivare a sfinirti.
Quando il tempo a disposizione per dedicarti ad una preparazione è pure poco, la tolleranza dell’insuccesso è praticamente inesistente.
Ma questo è quanto ti è concesso per leggere, comprendere come fare ed ottenere il risultato.
Non ci sono scuse, non ci sono attenuanti: se non ci stai dentro, hai fallito. Il Tuo tempo è scaduto, domani devi andare a lavorare. Continua a leggere…
Le crostatine con crema e frutta rappresentano uno dei massimi momenti di felicità della mia infanzia, insieme al Calippo, a Candy Candy e alla pizza Catarì fatta dalla mamma.
A pensarci bene quando si è piccoli basta davvero poco per raggiungere la pace dei sensi, ma quel “poco” deve rispettare canoni ben precisi. Si sa, i bambini sono straordinariamente bisognosi di vivere piccoli rituali rassicuranti che hanno la funzione di scandire la quotidianità. Continua a leggere…