Di sole e d’azzurro. Ce l’hanno sempre raccontato, in musica e parole, che l’azzurro è lì, sopra le nuvole, dopo la pioggia ed il gelo, sopra i nevai, e anche oltre le stelle ed il cielo. E questo accade sempre, ciclicamente, anche se a volte si vede solo fango, pastosissimo fango fino alle ginocchia che come argilla igroscopica drena tutti i nostri succhi vitali.
Non c’è soluzione, non c’è magia, non c’è segreto, non c’è alternativa se non attendere, pazientemente e stoicamente, che il tempo passi e come un’onda in ritirata si porti via tutto. Si può provare a ingannare questa logorante attesa che si frappone tra noi e “la salvezza”, si può provare a circondarsi di affetti e bellezza che rendano più piacevole la nostra traghettata verso lidi felici, ma il più delle volte la vista è talmente annebbiata che non si è neppure in grado di riconoscere l’umanità di un volto.
Ma poi l’azzurro arriva anche per chi, come me, per l’azzurro non ha mai nutrito grande simpatia o mostrato gratitudine. Questione di feeling.
Perché? Non lo so, forse perché non mi è mai servito e pensavo di poterne fare a meno, specialmente quando mi crogiolavo negli inverni freddi godendo di quella dimensione sopita, tutta accartocciata su me stessa in compagnia di qualche comfort food di troppo.
Non l’avrei mai usato per arredarci casa, non appartiene alla natura che mangio e non tinge i petali dei fiori che amo di più.
Una volta mi accontentavo di sorbirlo, a spizzichi e bocconi, nei giorni di mare, ma solo quando il sole non era troppo alto, troppo a fuoco, troppo allo zenit.
E invece. E invece si cambia, se solo ce lo si concede.
E quindi ad un certo punto l’onda azzurra è arrivata con una violenza inaudita e si è abbattuta con una forza tale sulla mia esistenza da cambiare i connotati alle mie giornate.
C’è azzurro nel poter pensare ciò che si vuole, sogno proibito che ormai pochi desiderano fare; c’è negli occhi illuminati che guardano il mondo senza barriere, senza condizionamenti, senza paura; c’è azzurro nel desiderare di più e nel volere quello che sembra inaccessibile, nel dire ciò che gli altri non osano e naturalmente c’è nel cielo e nel mare, luoghi di intramontabile bellezza.
C’è in una promessa di indeterminato e d’infinito, in un richiamo eterno, in una dichiarazione d’amore insolubile anche se priva di sigilli religiosi. C’è dell’azzurro in ogni certezza e in ogni follia, sulla copertina di un libro che parla di pirati e sullo scafo scrostato di una barca del nord, c’è nei pensieri più creativi, in un’alba brillante e in un tramonto dorato. Perché l’azzurro, colore divino, è la dimensione del sogno, un abbraccio eterno in cui vorremmo trattenerci a lungo quasi a dire… ehi, “ora che siamo qui, noi siamo gli immortali”.
FIORI DI SABLEE CON FRUTTI ROSSI E VANIGLIA
(ricetta ispirata a “Fleurs Fraise Vanille” di Bontemps Paris)
Per la sablée
200 g farina 100% grano italiano Grandi Molini Italiani
60 g zucchero a velo
170 g di burro morbido
2 g di fior di sale
In una ciotola lavora con le fruste il burro, il sale e lo zucchero a velo.
Aggiungi la farina setacciata e mescola fino a ottenere un impasto appena omogeneo.
Stendi l’impasto ad uno spessore di 4 mm tra due fogli di carta da forno. Conservalo in frigorifero per circa un’ora.
Ricava dei petali con un tagliapasta a forma di goccia da 10 cm circa.
Appoggiane la metà su un tappetino microforato e coprili con un secondo tappetino (che servirà a garantire una cottura uniforme e migliore).
Cuocili in forno preriscaldato a 160°C mod. statica per circa 20 minuti o fino a doratura.
Nel frattempo con un tagliapasta a goccia più piccola buca l’altra metà di petali per ottenere le coperture.
Cuoci allo stesso modo dei precedenti. Sforna e lascia raffreddare, poi spolverizza di zucchero a velo le coperture.
Per la Crème Légère
250 g latte intero
1 baccello di vaniglia aperto
40 g tuorli d’uovo
60 g zucchero
25 g amido di mais
2 g gelatina in fogli
150 g panna fresca da montare
Immergi i fogli di gelatina in acqua fredda.
In una ciotola, sbatti insieme i tuorli d’uovo e lo zucchero fino ad ottenere una spuma.
Aggiungi l’amido di mais e frusta bene.
Porta a sfiorare il bollore il latte con i semi e il baccello di vaniglia in una grande casseruola.
Spegni subito e versa 3/4 del latte attraverso un colino nei tuorli senza smettere di sbattere.
Poi versa il tutto di nuovo nella casseruola contenente il latte caldo rimanente.
Frusta molto bene sempre su fuoco medio in modo che la crema diventi fissa e lucente.
Rovesciala in una ciotola precedentemente raffreddata in frigo e poi aggiungi la gelatina strizzata e tamponata. Mescola bene.
Copri con carta forno a contatto e riponi in frigorifero.
Quando la crema pasticcera è ben fredda, toglila dal frigorifero e lavorala con una frusta in modo che diventi liscia.
Monta la panna (dev’essere montata ma non troppo fissa) e aggiungila in 3 volte alla crema.
Metti la crema in una tasca da pasticcere con bocchetta liscia da 8 mm circa di diametro e conserva in frigorifero in attesa del montaggio.
Per montare i Fiori di sablée con frutti rossi e vaniglia
1 confezione di lamponi
1 confezione di fragoline
zucchero a velo
1 cucchiaio di confettura di lamponi
Dosa 3 noci di crema su un petalo distanziandoli tra loro.
Negli spazi restanti metti delle fragole o dei lamponi. Chiudi con il secondo petalo forato, dosa nel mezzo ancora un po’ di crema quindi decora con fragole e lamponi.
Nelle cavità dei lamponi versa della confettura.
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