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Rotolo di pan di Spagna alle pesche e albicocche

12 August 2024
rotolo di pan di spagna con albicocche e pesche

Luglio inoltrato, anzi, agosto, me l’ero scordato.
Vacanze last minute a cui pensare, una casa da smontare e a breve da lasciare, un nuovo tetto da trovare.
Il tempo in queste settimane è scivolato via come una valanga, veloce e inarrestabile.
Treviso è già vuota ma piena di una luce che brucia, il che è davvero perfetto per crogiolarsi in una malinconia che arrangio sulle note di “Azzurro” di Adriano Celentano: un po’ nostalgica ma tutto sommato pimpante.

La città ora è l’assenza che si avverte nelle strade vuote, nelle piazze deserte, nel silenzio che l’avvolge mentre la frenesia è altrove.
É vuota ma zeppa di americani, densa di contrasti e sono proprio gli stessi che avverto io: da una parte c’è la luce piena, figlia di un caldo a volte asfissiante, accecante e carica di energia, che filtra tra le foglie degli alberi e si riflette sull’acqua del Sile, creando danze di ombre e riflessi che incantano.
Dall’altra c’è il vuoto, l’assenza di voci, di passi, di struscio imbellettato, di quel vivere concitato che nel tempo si fa abitudine, che conosci e riconosci perché normalmente anima le sue vie, le sue mura e anche il tuo spirito.

È un’estate strana quella che sto vivendo, sicuramente non ne capiterà un’altra simile per un bel po’; sto sospesa tra l’irrefrenabile desiderio di partire ogni volta che ritorno e la malinconia per ciò che pian piano, tra le mura di casa, un pezzo alla volta scompare.

Mi sto liberando di pezzi di vita per far spazio al nuovo che avanza – così come consigliano i socialguru con le risposte pronte “in salsa giusta” per tutte le occasioni.
Questa malinconia estiva è un sentimento sottile, quasi impercettibile, con cui sto imparando a convivere. Mi divido tra il cercare di fare ordine, di dare un senso alla confusione che ho intorno e la necessità di lasciar andare, ed è un esercizio da veri funamboli.
Ma non sarà certo un caso se la sorte ha tenuto in serbo per me la grande fortuna di volare… proprio ora.

Sarebbe potuto capitare cinque anni fa, il prossimo, oppure mai… e invece il Cosmo è davvero in ascolto e a volte ti fa il dono di presentarsi con un piatto d’argento per servirti ciò di cui hai bisogno e di cui neppure hai contezza.
Stare sospesa a 300 metri da terra mi ha aperto gli occhi su un fatto ineluttabile: allontanarsi dalle cose, dalle persone, dalle situazioni, ti aiuta a vederci chiaro. Osservare una città dall’alto ti dà la sensazione che in realtà il traffico non esista, che la sua complessità non sia reale, che arrivare al culmine della sua rocca sia una passeggiata per tutti, non cosa per pochi.
Sopra i tetti delle case porti in giro pensieri puliti, come se fossi nata ieri.
Così, stare tra le nuvole ti offre la visione di un mare calmo anche quando è in gran subbuglio ed è lo stesso nella vita: prendere le distanze da qualcosa che non capisci e che ti fa soffrire ti offre l’assist per comprendere, per stare in ascolto di te stessa; è un atto di grande saggezza e autoconservazione. Un “distacco emotivo” può aiutare a trovare uno spazio di respiro, un momento di pausa che permette di riflettere, comprendere e rielaborare la natura delle emozioni.
Ed è questo il lato dolce di questa malinconia: è sentire che oggi sono io, anche se non ho più quello che avevo o credevo di avere, io nel silenzio, io nel sole che brucia, io nell’aria rarefatta, io nella penombra di una stanza.
Sono io con me stessa, a volte in compagnia di chi scelgo e sceglie di esserci, piena di quello che ho e non priva di chi o di quello che non c’è. Sono e mi basto, più che sufficiente a me stessa, in cammino per la mia strada senza stampelle.
Resteranno i muri spogli, le scatole piene di una bella vita passata, di troppi vestiti e di libri. Resterà il ricordo di un vecchio tavolino bianco che poi ho fatto giallo. Resterà nell’aria l’eco di tutti i “Che bella casa” di chi ci ha messo piede in questi ultimi 9 anni, resteranno le pareti dipinte color ottanio e verde salvia, le travi sbiancate, le finestre all’inglese, l’acero rosso e il rovere ingrigito proprio come volevamo.
Finirà una stagione che è durata 12 anni e così finirà l’estate.
E poi la gente tornerà a riempire le strade di una città che brilla quando è lasciata sola… e questo tornerà a non mancarmi per niente.

ROTOLO DI PAN DI SPAGNA ALLE PESCHE E ALBICOCCHE

INGREDIENTI

PER IL ROTOLO
8 uova
30 g + 165 g zucchero semolato
scorza grattugiata di un limone + 1 cucchiaino di succo
2 g sale
90 g farina 00 100% grano italiano – W200 Grandi Molini Italiani
zucchero a velo

PER LA FARCITURA
250 g panna fresca da montare fredda
2 cucchiai di zucchero a velo
150 g mascarpone freddo
1 pesca
3 albicocche

PROCEDIMENTO

Prepara il pan di Spagna per il rotolo
Porta il forno a 190°C, mod. statica.
Dividi albumi da tuorli.
Ungi bene la leccarda (la teglia nera da forno) con del burro e rivestila con carta forno coprendo bene anche i bordi.
Setaccia la farina e tieni da parte.
Monta a bassa velocità gli 8 albumi fino a formare della schiuma, poi aumenta la velocità e aggiungi gradualmente i 30 g di zucchero insieme ad un cucchiaino di succo di limone.
Monta gli albumi fino a quando si formano dei picchi abbastanza fermi.
Tieni da parte gli albumi montati a neve monta i tuorli con i 165 g di zucchero, la scorza del limone grattugiata e il sale.
Lavora il tutto fino a quando otterrai una bella spuma chiara.
Aggiungi un po’ alla volta i 90 g di farina sul composto di tuorli incorporando con una marisa ed eseguendo movimenti dal basso verso l’alto.
Incorpora circa un terzo degli albumi montati a neve con una spatola eseguendo lo stesso tipo di movimento.
Incorpora delicatamente il resto degli albumi.

Cuoci e decora il pan di Spagna
Versa nella teglia foderata, inclinala per avere uno strato omogeneo o livella con una spatola e inforna subito.
Cuoci per circa 12/14 minuti o fino a quando la base non risulterà leggermente dorata.
Sforna e lascia raffreddare per 5 minuti.
Spolverizza molto bene la superficie del pan di spagna con dello zucchero a velo. Copri il tutto con un canovaccio pulito e capovolgi la leccarda sul tavolo, in modo tale che il canovaccio finisca sotto il pan di spagna. Rimuovi la teglia e stacca con delicatezza la carta da forno dalla torta.
Pareggia i bordi con una rotella per pizza.
Arrotola il pan di Spagna ancora tiepido insieme al canovaccio partendo dal bordo più corto.
Lascia il tutto avvolto fino a raffreddamento.

Farcisci il pan di Spagna
Taglia pesca e albicocche a cubetti e tieni da parte. In una ciotola unisci panna e mascarpone freddi unendo poco alla volta lo zucchero a velo gradualmente. Dovrai ottenere un composto fermo e sodo.
Versa un terzo della crema in una tasca da pasticcere munita di da saint honoré e tieni in frigorifero. Ti servirà per la decorazione.
Una volta freddo, srotola il rotolo di pan di Spagna lasciandolo sempre sul canovaccio.
Aiutandoti con una spatola a gomito stendi i 2/3 di farcia su tutta la superficie tenendoti a poco meno di 1 cm dai bordi. Distribuisci la frutta.
Partendo dall’estremità più corta, arrotola con cura a forma di tronco assicurandoti di tenere la chiusura verso il basso aiutandoti con il canovaccio su cui poggia. Compattalo bene con le mani, sollevalo e disponilo su un piatto da portata.
Dosa una serpentina di crema sulla sommità, decora con fettine di pesca ed albicocche e guarnisci con foglie di menta.

Se ti piacciono i rotoli farciti dai un’occhiata a quello farcito con panna e fragole.

rotolo di pan di spagna con albicocche e pesche
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