La chiamano la brioche dell’infanzia, i cugini d’oltralpe, quella della nonna, quella di cui si tramanda ricetta di madre in figlia da tempi remoti, con un solo punto fermo: la brioche mousseline francese deve averne tanto, di burro, almeno un 40% sul peso della farina.
Pure nonna Giovanna mi deliziava, nei rituali pomeriggi domenicali, di burro, ma pratica e sbrigativa com’era me lo spalmava su una fetta di pane bianco morbido, lo stesso da sempre detestato da mio padre perché “sa di altro, non è pane”.
Me lo porgeva su un piattino bianco di ceramica spessa e poi, da un barattolino di latta leggero, faceva scendere una pioggia di zucchero: quale migliore modo per rifinire il tutto con un velo di croccantezza?