Ogni volta che in luglio arrivavamo in prossimità di Longarone tiravo sempre un doppio sospiro: uno per il fatto che avevamo già percorso metà di quella strada che ci separava dalla meta e un altro ricordando che mamma aveva lasciato quel paese, situato lungo il Piave, giusto alcuni anni prima della notte in cui il mostro d’acqua scavalcò la diga del Vajont per distruggere tutto quello che avrebbe trovato nella vallata.
Duemila anime, interi paesi, strade, edifici, ricordi. Continue Reading…
Quanto ai primi, Brecht dava questa definizione: il primo sguardo dalla finestra al mattino, il vecchio libro ritrovato, volti entusiasti, neve, il mutare delle stagioni, il giornale, la dialettica, fare la doccia, nuotare, musica antica, capire, musica moderna, scrivere, viaggiare, cantare, essere gentili.
Avrò riletto questo elenco almeno dieci volte chiedendomi se, sotto traccia, si celasse anche un ordine di importanza e cercando di capire quali io trovassi parimenti condivisibili.
Se mi avessero detto cosa avrei trovato dietro le porte di questa fase 2 non mi sarei alzata così volentieri dal letto quel 4 mattina.
Allo scadere dell’isolamento pensavo di aver schivato gli ospedali e invece mi sono ritrovata nel mezzo del fosso con entrambi i piedi e nella peggiore delle posizioni, tentando di interpretare a distanza come curare mio padre, senza sapere come sarebbe andata a finire e sperimentando nuovamente sulla pelle quanto i problemi di salute siano una delle cose più spiazzanti del vivere. Continue Reading…
“Vede dottore, è un po’ come se avessi festeggiato in 5 mesi un Natale, un Carnevale e una Pasqua e poi avessi trasformato ogni altro giorno non festivo, in un altro Natale. Insomma, stamattina ho riesumato la bilancia che fino a 2 ore fa non sapevo nemmeno dove fosse sepolta e ci sono salita per la prima volta dopo circa 1 anno. Le devo dire che mi si è aperto un mondo di numeri improbabili quanto quelli del lotto.”. Continue Reading…
Il mio è bianco, ha forme croccanti, un cuore morbido. No, non è un unicorno e, soprattutto, non può non piacere.
Modesta, eh?
In questo caso, dire le cose esattamente come stanno, correndo qualche rischio di peccare di tracotanza, ha il suo perché: ammetterlo contribuisce ad abbattere un muro di convinzioni che la maggior parte delle persone si è costruita rispetto a questo dessert.
La chiamano la brioche dell’infanzia, i cugini d’oltralpe, quella della nonna, quella di cui si tramanda ricetta di madre in figlia da tempi remoti, con un solo punto fermo: la brioche mousseline francese deve averne tanto, di burro, almeno un 40% sul peso della farina.
Pure nonna Giovanna mi deliziava, nei rituali pomeriggi domenicali, di burro, ma pratica e sbrigativa com’era me lo spalmava su una fetta di pane bianco morbido, lo stesso da sempre detestato da mio padre perché “sa di altro, non è pane”.
Me lo porgeva su un piattino bianco di ceramica spessa e poi, da un barattolino di latta leggero, faceva scendere una pioggia di zucchero: quale migliore modo per rifinire il tutto con un velo di croccantezza?
La mia focaccia decorata con verdure (o Gardenscape Focaccia) l’ho chiamata Giardino Zen: è uscita dalle mie mani in un pomeriggio di questo lungo isolamento forzato.
L’arte della decorazione del pane e dei lievitati è una tendenza molto in voga in questo periodo ed esercitarla è stato appagante e rigenerante.
Si tratta di una focaccia realizzata con lievito di birra e purea di patata lessa, di cui ho decorato la superficie con l’ambizione di riprodurre un piccolo giardino fiorito. Continue Reading…
Non pensavo mi sarei ritrovata a scrivere qualcosa a proposito del Covid-19, ed ho impiegato giorni a capire come tornare a digitare parole sulla tastiera che non ne risultassero contagiate.
Mi terrò lontana dall’esprimere un’opinione a riguardo, tuttavia sento l’urgenza di raccontare come quest’onda anomala e imprevedibile sia riuscita a infrangersi, non senza conseguenze, sulle fresche e delicate pareti di un mondo che avevo da poco costruito su intrecci di creatività, sogni e progetti. O almeno questo era quello che pensavo. Continue Reading…
“Il colore soprattutto, forse ancor più del disegno, è una liberazione.”
Ascoltai quella frase, senza prestar troppa attenzione, seduta sul divano verde pastello del suo salotto dove, da che ho memoria, ama coltivare la sana conversazione con parenti e conoscenti.
Seppure inconsapevolmente, riuscii a tenere traccia di quelle parole: “Sai Lucia, quando si è piccoli i giorni sembrano mesi ed i mesi sembrano anni. Accade invece che, quando invecchi, si verifichi l’inverso: le ore sembra scorrano come minuti e gli anni scappino via come mesi.”
Sono al mio terzo giorno di sveglia all’alba, una pratica che si sta rivelando utile come mai avrei immaginato.
Ne percepivo la potenza, mentre cercavo di familiarizzare con questo progetto di ristrutturazione della mia quotidianità durante il periodo natalizio, ma solo mettendolo in pratica riesco a capirne concretamente la portata.
Scrivere queste righe però so che mi costerà una gran fatica.
Non tanto per il sonno, che non avverto affatto, quanto per le immagini che inevitabilmente evocherò ricordando le pagine dei libri che hanno fatto la mia storia di vita: ricordi di cene in compagnia, pranzi primaverili all’aria aperta, infornate notturne e viaggi gourmand in cui il cibo ed il vino sono stati protagonisti assoluti.
Questo genere di persone si nutre del piacere di fare qualcosa di buono per gli altri.
Talvolta qualcuno di loro viene beatificato in virtù del fatto che il buono che ha prodotto è andato a beneficio di una porzione allargata del genere umano. Altre volte, invece, il ricordo di queste persone non rimarrà patrimonio di una coscienza collettiva ma solo individuale.
Codone di manzo in salsa Worcester con Yorkshire Pudding e carote arroste
22 Dicembre 2019Rewind: anatomia del manzo, ovvero come comportarsi in macelleria dissimulando la sensazione di sembrare una seguace alle prime armi di Dexter Morgan.
Sono convinta sia questa la visione che ha di me il macellaio di turno, uno dei tanti del circondario cui mi rivolgo per scovare qualche pezzo di carne diverso dal solito pollo.
Dopo anni di frequentazioni assidue, non ho ancora trovato quello giusto, un vero bechèr (macellaio nel mio dialetto) di fiducia in cui riporre le mie speranze e, francamente, ho pure smesso di chiedermi perchè dovrei.
Sapete, hanno tutti un tratto comune, quel difettino che emerge dopo il “prego mi dica“, che se non hai una certa esperienza al riguardo sei portata a considerare trascurabile.
Si può sintetizzare così:anche quando non è richiesto, hanno il consiglio giusto e la risposta a tutte le tue domande è nella preparazione che di lì a poco ti daranno. Le loro ricette sono capolavori con tanto di bacio con schiocco in punta di dita.
Fa parte del pacchetto: scartossetto de carne e ricetta del bechèr. Continue Reading…
Quello che può uscirne, alla fine, potrebbe sorprenderti.
Del Montblanc ha il manto di roselline, dei Cannoli siciliani la base croccante ricoperta di fondente.
Il suo cuore alla ricotta, cremoso e leggero, è arricchito di cubetti di arancia candita che suggerisco debba essere di grande qualità.
Una torta che racconta tutti i colori e la magia che solo l’Autunno regala.